Arcangelo Galante
- 11/09/2018 11:13:00
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Dopo aver letto le manifestazioni inerenti “Le stazioni dell’Amore”, ho maggiormente apprezzato il pensiero dell’autore a ricordo di Don Primo Mazzolari, il quale fu un presbitero, scrittore e partigiano italiano, conosciuto come il parroco di Bozzolo, divenuto, in seguito al proprio operato spirituale, ma specialmente umanitario, una delle più significative figure del cattolicesimo italiano nella prima metà del Novecento. Il suo pensiero anticipò alcune delle istanze dottrinarie e pastorali del Concilio Ecumenico Vaticano II, in particolare relativamente alla cosiddetta "Chiesa dei poveri", alla libertà religiosa, al pluralismo, al dialogo coi lontani uomini dimenticati, alla distinzione tra errore ed erranti, etc., tanto da essere definito un uomo carismatico, nonchè profetico. Sul piano politico, infine, i suoi atteggiamenti e la sua predicazione cristiana espressero una ferrea opposizione allideologia fascista e ad ogni forma di ingiustizia e di violenza. Tra laltro, Don Mazzolari, durante la guerra, nascose e salvò numerosi ebrei e antifascisti, come, dopo di essa, anche alcune persone coinvolte nel fascismo ed ingiustamente perseguitate. Se non ricordo male, morì a seguito di un malore, proprio mentre predicava, venendo sepolto nella chiesa di San Pietro Apostolo a Bozzolo. Di lui, papa Paolo VI disse: “Lui aveva il passo troppo lungo e noi si stentava a tenergli dietro. Così ha sofferto lui e abbiamo sofferto anche noi. Questo è il destino dei profeti!”. Ed io aggiungo che sarebbe incoraggiante se, nell’odierno mondo, ancor vi si potessero incontrare alti esempi di sublime e splendente ricchezza di interiore bellezza umana, come la sua. Grazie, Angelo Nocent, per averci ricordato quest’uomo eccezionale, attraverso il campo della poesia.
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